Proseguiamo la rassegna con un capolavoro della scrittrice inglese: Jane Eyre, romanzo di formazione uscito nel 1847 Il racconto è scritto in forma biografica, con la protagonista, Jane Eyre appunto, che si rivolge in modo diretto al “lettore”. Lo stile presenta aspetti puntualmente descrittivi dell’ambiente e dei personaggi, insieme all’approfondimento dell’evoluzione della protagonista dal punto di vista emotivo, morale e sentimentale.

Il romanzo narra la storia di Jane Eyre, una bambina orfana che viene cresciuta da alcuni zii. Passa un’infanzia triste, maltrattata e derisa dalla zia e dai cucini. Alla morte del marito, l’unico che ancora l’amava, la donna decide di mandarla in un collegio.
Cresce così in fretta, tra doveri e sacrifici, affrontando ogni giorno un’ ambiente difficile e ostile, riuscendo però a continuare gli studi e diventare insegnante.
Trova un lavoro presso Thornfield Hall, come istitutrice della figlia adottiva di Mr. Rochester, la piccola Adele.
Jane lavora molto bene in questo clima fino all’arrivo di Mr. Rochester, un uomo arrogante che però viene subito colpito dalla ragazza. Egli le chiede la mano ma è già sposato con una tale Bertha, una donna diventata pazza e tenuta rinchiusa nel castello. Jane quindi scappa, profondamente delusa. Dopo anni torna a Thornfiel Hall e trova uno scenario devastato: il castello era stato bruciato da un incendio, in seguito al quale Bertha era morta e Mr. Rochester aveva perso la vista. Jane e il padrone di casa convolano finalmente a nozze e lui ritrova parzialmente la vista.
E’ proprio in collegio che la cuoca soleva saziare lei e i giovani orfanelli con dei pezzi di pasticcio:
“Quando non c’era tempo per preparare un pasto normale , come avveniva spesso, ci davano un grosso pezzo di pasticcio, o una buona porzione di pane e formaggio, che portavamo noi nel bosco, dove cercavamo il luogo che più ci piaceva per pranzare sontuosamente.”
E così tra gli alberi, immersi nel verde ognuno correva a scegliersi la propria pietra per consumare con piacere il suo pezzo di pasticcio.
RICETTA
La ricetta ispirata al romanzo autobiografico di Charlotte è uno dei piatti tipici dell’Inghilterra, conosciuto anche come Meat Pie, viene preparato utilizzando gli avanzi di carne che, bolliti e speziati, creano un connubio perfetto con la croccantezza della sfoglia.
INGREDIENTI
- 450 g di manzo
- 300ml di brodo
- 1 cipolla
- 2 carote
- 2 cucchiaini di farina di mais
- pasta sfoglia
- sale
- pepe
- olio d’oliva
PROCEDIMENTO
Il pasticcio di carne in crosta si prepara riducendo la carne in pezzi piccoli e cospargendo la stessa con dell’amido di mais. In una pentola capiente si fanno soffriggere sedano, carota e cipolla nell’olio, quindi si unisce la carne e la si fa rosolare rigirandola spesso.
Si sfuma tutto con il vino rosso e, una volta evaporato, si prosegue la cottura per circa 15 minuti unendo del brodo. Non appena a carne sarà cotta, si spegne il fuoco e si lascia raffreddare. Da un rotolo di pasta brisée si ricavano dei dischi con i quali si fodereranno degli stampini monoporzione.
Si riempie lo stampino con la carne e si copre tutto con un altro disco di pasta. Sulla superficie vengono praticati dei piccoli tagli e le tortine vengono spennellate con l’acqua o il latte. Il pasticcio di carne in crosta si cuoce in forno preriscaldato a 180°C per 30 minuti o comunque fino a che la superficie non sarà ben dorata.
Si serve in tavola ben caldo.

